
L’istituto della particolare tenuità del fatto, disciplinato dall’art. 131 bis del codice penale, rappresenta una causa di non punibilità applicabile ai reati di minore gravità. Tale norma mira a evitare la sanzione penale in situazioni in cui l’offesa sia minima e non emerga un concreto bisogno di punizione, perseguendo così un principio di proporzionalità e deflazione processuale.
Per la sua applicazione, la norma richiede che il fatto sia di particolare tenuità e che l’autore non abbia agito con abitualità criminosa. La valutazione della tenuità si basa su criteri oggettivi, come la modalità della condotta e l’esiguità del danno o del pericolo, e su elementi soggettivi, ossia la personalità dell’imputato e la sua eventuale recidiva.
La giurisprudenza ha chiarito diversi aspetti interpretativi dell’art. 131 bis c.p. Ad esempio, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 48557/2017, ha ribadito che la tenuità deve essere valutata non solo in relazione all’entità del danno cagionato, ma anche alla natura del reato e alle circostanze del caso concreto. In un’altra pronuncia, la sentenza n. 28781/2019, la Suprema Corte ha escluso l’applicabilità della causa di non punibilità nel caso di reiterazione di condotte illecite, anche se di lieve entità, affermando che l’abitualità esclude in radice la particolare tenuità del fatto.
Un caso emblematico riguarda l’appropriazione indebita di modico valore: in alcune decisioni, la giurisprudenza ha ritenuto applicabile l’art. 131 bis c.p. in presenza di un danno esiguo e di un comportamento non reiterato, mentre in altre ipotesi ha escluso il beneficio per l’esistenza di circostanze aggravanti che ne escludevano la minima offensività.
Un esempio significativo è rappresentato dalla sentenza n. 16059/2020, che ha riconosciuto la particolare tenuità del fatto a un soggetto che aveva indebitamente utilizzato una carta di credito altrui per una somma irrisoria, ritenendo che l’episodio non fosse espressione di un disvalore particolarmente elevato.
In conclusione, la particolare tenuità del fatto costituisce un importante strumento di mitigazione della risposta punitiva, rispondendo a esigenze di equità e ragionevolezza nell’applicazione della norma penale. Tuttavia, la sua concessione richiede una rigorosa valutazione da parte del giudice, che deve bilanciare la lievità del reato con il rispetto del principio di legalità e della funzione dissuasiva della pena. La continua evoluzione della giurisprudenza testimonia la necessità di un’interpretazione attenta e calibrata, al fine di garantire un corretto equilibrio tra esigenze di giustizia e tutela del principio di offensività.



